colombina


Ciao a tutti, chiedo scusa per la prolungata assenza ma ero in viaggio di lavoro ad Hong Kong, Guang Zhou e Pechino.... mamma mia che meraviglia!!!
Io non ero mai stata in oriente e mi sono veramente incantata. Sono tre città diversissime, HK è frenetica, colorata, modernissima, Pechino è incantevole.
Ho fatto nel poco tempo libero una full immersion in mercatini, ristorantini ... l'aspetto gastronomico è veramente sbalorditivo.




Io amo la cucina , in ogni sua espressione, forme colori odori e sapori. Essere italiani ci vizia a credere di possedere la pietra filosofale di quello che deve essere cucina ma soprattutto siamo erroneamente convinti di essere le uniche persone al mondo con la cultura del cibo.
Credo che questa sia la prima cosa che mi ha profondamente colpito e che sta poi alla base di tutte le altre. Il cibo è un elemento importantissimo della loro cultura, ogni momento della giornata è accompagnato da cibo, si vedere gente che mangia ovunque e qualsiasi cosa a qualsiasi ora del giorno. Colpisce come ovunque ci sia cibo, il cibo per strada non sembra essere, come nelle immagini che ci riportano della realtà americana, un modo di socializzare e di impegnare le mani nei trasferimenti, li la gente mangia nel vero senso della parola, lo fa con la stessa attenzione che noi riserviamo alla tavola e al cibo nelle pause tradizionali, mangia sapendo cosa mangia, scegliendolo, selezionano gusti e consistenze. Non è una cosa che fa mentre, ma mentre magia porta avanti le attività in corso. Probabilmente per via di una cultura che eleva il lavoro a bene primario, non interrompe mai le attività per un pasto, ma abbina il pasto in continuazione alla laboriosità.
Da questo punto di partenza in poi è stata tutta una sorpresa, la prima è la forza e la varietà degli odori. Ogni zona, ogni bancarella, ogni ristorante e ancor prima ogni strada ha un odore, intenso, specifico, insistente e nella maggior parte dei casi anche piacevole. Prima ti arrivano gli odori, permangono, ti seguono e poi piano piano inizi a destrutturali e vai alla ricerca dei sapori. Anche nei mercati, in cui esistono delle tipologie di prodotti in vendita erogati secondo modalità fortemente differenti da quelle a cui siamo abituati, in particolar modo parlo delle bancarelle o negozietti di pesce e carni, in cui non ci sono quasi mai i frighi, in cui gli odori sono per forza di cose più intensi, gli odori sono fortissimi, molto caratterizzati, in qualche caso mettono a dura prova il nostro senso del buono, ma molto raramente sono davvero sgradevoli o indice di qualcosa che non è più buono. Stuzzicati dagli odori quindi siamo andati alla ricerca dei sapori e qui sono arrivate altre mille sorprese. Mi spiego, sono anni che noi in Europa abbiamo l'abitudine di mangiare la cucina cinese, e secondo me, a differenza di quanto spesso si dice, non mi sembra così abissalmente diversa, ma semplicemente molto ma molto più buona, più ricca, più strutturata di sapori meno appiattita nel monogusto di glutammato o di dado. Mi ha stupito come i piatti a noi noti stanno alla varietà di offerta così come la pasta al pomodoro, indubbia espressione di cucina italiana tradizionale, sta valla cultura dei primi che abbiamo in Italia. E’ incredibile l'infinita varietà di piatti e di abbinamenti, con molta attenzione per le verdure, il pesce a dir poco fresco che è davvero parte della loro cucina molto più di quanto io abbia mai visto anche nelle città portuali, ma al contempo mi ha incuriosita la scarsità di sapori isolati, a meno degli stuzzichini (intendo canna da zucchero, aringa secca, becco di anatra laccato ad esempio) i sapori sono spesso aggregati, magistralmente magari, in modo anche inusuale e stuzzicante, ma poco nella loro essenzialità. Viene difficile pensare nella nostra cultura che un pesce meraviglioso come quello che abbiamo visto, nei loro ristoranti sia poi difficile da trovare in quanto tale, con il suo solo sapore, viene sembra abbinato, aggregato a qualcosa, magari esaltandone addirittura il sapore. In questo senso la visita dei mercatini "spiega" questi piatti costruiti, assemblati insieme, queste meravigliose zuppe, le verdure saltata ad accompagnare le carni, è incredibile come in moltissime bancarelle non si trovi la materia prima servita così come è stata raccolta, ma viene pulita, ordinata, equalizzata. Le cose sono presentate come da noi farebbe il mercato chic e non come si potrebbero trovare a Porta Palazzo. Sembra che ci sia gentilezza nel modo di presentare gli alimenti, rispetto, così come nelle pescherie che presentano spesso i pesci vivi, messi insieme in bella mostra nei piatti e aggregati a creare dei bellissimi accostamenti cromatici. Colpisce moltissimo anche la convivenza di così tante cose fresche, belle, colorate, turgide insieme a qualsiasi cosa essiccata, è incredibile la quantità di pesci, vegetali, carni essiccate e riutilizzate in modi veramente diversi da quello che è il nostro modo di cucinare e che io spesso non nho riconosciuto o capito. L'altro aspetto che mi ha affascinata tantissimo è quanto dietro le cose note della loro cucina ci sia un mondo, con tantissime varianti, ad esempio mi hanno incantata i noodle di grano. Per noi, cultori della pasta, sembra che siano degli spaghettini, a volte anche un po' mollicci, ma invece dietro hanno un arte, veri talenti nella realizzazione con un gusto, quello si, veramente diverso da quello che è possibile assaggiare qui, ma addirittura li, in moltissimi posti. Un altro aspetto che non mi aspettavo è quanto i ristoranti siano affollati di famiglie che vivono il rito dell'andare cena fuori, è bellissimo vedere le famiglie mangiare, molto, per una lunga serata, sorseggiando te come se fosse per noi un Barolo. Forse pensando al nostro Barolo, una differenza forte è la frenesia, i locali tipici, mi sono sembrati meno raccolti, come meno ricerca di tranquillità e di uno spazio temporale in cui assaporare con calma una cosa, mi è sembrato che i locali venissero comunque affrontati con forza, con ritmo, mangiando magari per lungo tempo perché mangiano molto ne non perché lo fanno più lentamente del solito.



Alcune delle cose chee ho assaggiato proverò a replicarle, con la priorità assoluta per i noodle fatti in casa, ma credo che dovrò esercitarmi parecchio, se qualcuno sa qualcosa mi aiuti!!!!
Un bacione a tutti!!!
colombina

La dieta continua, la fantasia cerca soluzioni stuzzicanti per non far passar la voglia di mangiare (non c'è pericolo!!!) o peggio per non far venir voglia di mangiare altro....
Così nasce questa ricetta , unendo il mio adorato pesce a delle buonissime fragole (lo so che dovrei comprare solo frutta di stagione.... però erano così belle!!! ed io ho così voglia di primavera!!!).

1 orata fresca
6/8 fragole
basilico fresco
semi di sesamo
aceto balsamico buono buono
olio di sesamo

Sfilettare l'orata e tagliarla a listarelle.
Passarla nella farina e farla cuocere velocemente nella padella antiaderente con un goccio di olio di sesamo.
Salarla leggermente e toglierla dal fuoco.
Tagliare a pezzetti le fragole e il basilico.
Mettere insieme nel piatto di portata l'orata, le fragole, il basilico e cospargere di semi di sesamo.
Condire con qualche goccia di aceto balsamico.
Buon appetito!!!
colombina


Rimando con piacere a questa meravigliosa iniziativa ... buona bella golosa e dolce!!!!
colombina

Chiedo scusa perchè in questi giorni ho moltissimi impegni e vi commento poco e non scrivo quasi mai, giuro che prima o poi finirà!!!!
Intanto vi lascio questa ricettina, facile facile, dietetica, saporita e colorata.
Ho preso spunto da un bellissimo libro di Donna Hay, qualche ritocco mediterraneo ed è fatta!!!
Buon appetito

2 cipolle rosse di tropea
2 finocchi
6 carote
4 patate
due cucchiai di miele
2 limoni
1 cucchiaio di olio evo
sale q.b.

Lavate accuratamente le patate e tagliatele a spicchi grossi lasciando la pelle, tagliate in due metà i finocchi (se non sono troppo grossi, altrimenti tagliateli a fettone), pulite le carote e tagliatele per lungo e tagliate a spicchi grossi le cipolle rosse.
Fate un'emulsione con il miele, il succo di limone spremuto, l'olio e un pizzico di sale.
Irrorate con la salsina le verdure adagiate su una taglia rivestita di carta da forno e cuocete 30' circa nel forno a 180°.
Durante le cottura bagnate con il sughetto di cottura.
Servite tiepide.